INGRESSO

Il Museo d’Arte Orientale conserva una delle maggiori collezioni d’arte giapponese del periodo Edo (1603-1868) in Europa, ma non mancano sezioni dedicate alla Cina, all’Indonesia e al Sud-Est Asiatico. L’ingresso del Museo accoglie il visitatore con opere rappresentative di queste aree: lungo la suggestiva scalinata in legno voluta da Nino Barbantini, che curò il primo allestimento del Museo tra il 1925 e il 1928, sono collocate armi inastate cinesi e giapponesi; sul primo pianerottolo vi è una scultura khmer datata tra il X e l’XI secolo, probabilmente incompiuta. Di grande impatto sono indubbiamente le sei armature giapponesi realizzate nel periodo Edo, che prende il nome dalla nuova capitale amministrativa del Giappone fondata dallo shōgun. Tra il 1603 e il 1868 infatti, i Tokugawa estesero il loro controllo su tutto il Giappone eleggendo Edo, attuale Tokyo, a capitale shogunale. Gli shōgun Tokugawa, detentori del potere effettivo, a differenza di quello puramente rappresentativo dell’imperatore, riuscirono a mantener la pace in Giappone per duecentocinquant’anni. Non è un caso che le armi e le armature realizzate in questo periodo, proprio perché utilizzate sostanzialmente per le parate, si siano arricchite di raffinatissimi accessori ornamentali.

Scalinata d’ingresso con armi inastate cinesi (alle pareti) e giapponesi (lungo le gradinate)
Ingresso e scalinata
Armatura
Tre armature giapponesi
Ingresso con scultura khmer
Armatura