LI CHEVALIER | I Hear the Water Dreaming | 11 Maggio – 15 Settembre 2024

A cura di Paolo De Grandis e Carlotta Scarpa

Con la direzione scientifica di Marta Boscolo Marchi e il contributo critico di Olivier Kaeppelin e di Tao Wang

Museo d’Arte Orientale | Ca’ Pesaro, Santa Croce 2076 – Venezia

11 Maggio – 15 Settembre 2024

martedì – domenica: 10.00- 18.00

Parallelamente alla Biennale Arte 2024, il Museo d’Arte Orientale di Venezia offre ai suoi visitatori un incontro straordinario con l’universo creativo dell’artista franco-cinese Li Chevalier.

I Hear the Water Dreaming è una mostra monografica, a cura di Paolo De Grandis e Carlotta Scarpa, che celebra l’intensa carriera artistica di Li Chevalier attraverso una selezione di trenta opere ad inchiostro su tela quale omaggio a Venezia, città che ha cambiato il percorso espressivo dell’artista agli inizi degli anni Novanta.

Nata in Cina ma cresciuta in Europa fin dagli anni ’80, si è laureata in Filosofia all’Università Sorbona di Parigi ed è stata cantante nel coro dell’Orchestre De Paris. Venezia rappresenta un forte legame per Li Chevalier poiché fu proprio nella città lagunare che prese la sua prima lezione di lingua italiana al fine di interpretare al meglio il bel canto. Di lì a poco affascinata dalla bellezza e dall’arte iniziò la sua ampia formazione artistica a Venezia poi a Firenze e a Roma esplorando il disegno, l’incisione e la pittura classica fino a conseguire una specializzazione post-lauream in arte contemporanea presso il Central Saint Martins College of Art and Design, Londra.

Vivendo e lavorando tra l’Europa e l’Asia, Li Chevalier ha scelto di reinterpretare la tecnica della pittura ad inchiostro, antico mezzo cinese spesso confinato ad una visione storico accademica. Questo ritorno alla tradizione cinese è stata una scelta volta “a confrontare la plasticità orientale con le tecniche pittoriche contemporanee ed europee”.

I suoi dipinti su tela sono un’unione armonica ed innovativa tra l’inchiostro cinese e l’essenza stessa della composizione e dei materiali specifici della pittura europea: tela, collage, trama. Questo binomio rivela poi la sua costante attenzione e riflessione nel confrontare l’estetica orientale coltivata nei secoli con una visione del mondo fatta di dubbio e redenzione, umanesimo e solitudine, che attinge fortemente alle fonti della filosofia occidentale.

Ex cantante dell’Opera di Pechino, Li Chevalier non crea senza mettere la musica al centro di ogni suo progetto espositivo. Il titolo della mostra I Hear the Water Dreaming trae diretta ispirazione dal

brano del compositore giapponese Tōru Takemitsu ma è anche un omaggio alla bruma invernale della laguna di Venezia che ci trasporta in una tonalità musicale carica di mistero e di silenzio laddove il lirismo dell’acqua sognante ricopre ogni tela. Vi è un diretto parallelismo tra lo storico compositore e Li Chevalier: entrambi operano su un vasto tessuto culturale tanto da assorbire sia influenze provenienti dal mondo occidentale, sia da quello orientale, così come ambedue maturano un linguaggio sempre più personale senza però mai scadere in un banale accostamento di generi o tecniche. La stessa ricerca di Takemitsu si estende anche alla poesia, alla pittura e alla calligrafia e il concetto di vuoto/silenzio (Ma), tra un evento sonoro e un altro, crea suggestivi momenti sospensivi che si ritrovano nelle silenti campiture spaziali di Li Chevalier.

La mostra si sviluppa con un allestimento site-specific che dialoga con la Collezione del Museo d’Arte Orientale di Venezia, una delle maggiori raccolte d’arte asiatica in Italia. Le sale espositive ubicate dal 1928 al terzo piano di Ca’ Pesaro coniugano, oggi come allora, l’accostamento di opere asiatiche con gli spazi privati di una dimora rococò, in un insieme di grande impatto suggestivo in cui si alternano esposizioni temporanee che arricchiscono la collezione di contributi artistici inediti, come in occasione della mostra di Li Chevalier che si avvale dell’importante direzione scientifica di Marta Boscolo Marchi, Direttrice del Museo d’Arte Orientale e dell’autorevole contributo accademico di Olivier Kaeppelin, critico e curatore d’arte, Direttore della Maeght Foundation e Presidente del Palais de Tokyo e di Tao Wang, critico e curatore d’arte cinese, Direttore del dipartimento di arte asiatica presso l’Art Institute of Chicago.

Nell’attuale clima di tensione, sfiducia, brutalità e intolleranza che oscura il nostro presente, l’arte di Li Chevalier offre una visione artistica delicata e riflessiva volta a gratificare i nostri sensi con un’atmosfera poetica. La mostra infine restituisce un incoraggiante approccio interculturale che merita un capitolo a parte nella storia della pittura a inchiostro del XXI secolo, scritta dagli artisti cinesi all’estero, inebriati da nuovi incontri culturali.

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