Inori, di Damiano Fasso | 11-19 dicembre 2021

Dall’11 al 19 dicembre 2021, in occasione della 17esima Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI, presso il Museo d’Arte Orientale di Venezia, sarà allestita la videoinstallazione Inori (2021) di Damiano Fasso, a cura di Marta Boscolo Marchi.

Damiano Fasso (Montecchio Maggiore, 1976) è un artista che utilizza il linguaggio della cultura neopop per riflettere su tematiche e problematiche sociali di grande attualità. Le sue opere sembrano in un certo senso rovesciare la cultura visiva del neopop: esse mirano a creare un effetto di spaesamento mediante l’accostamento di immagini colorate e giocose, -derivate dalle pop cultures giapponese e cinese- e i messaggi contenuti nella scrittura ideografica o nei materiali utilizzati, che spesso suggeriscono un’idea di pericolo e fanno riferimento al senso di ansia e precarietà che permea la società contemporanea.

“Inori” (2021) è una proiezione video su un abito realizzato appositamente e ispirato ai mizugoromo; abiti spesso utilizzati nel teatro Nō giapponese, usati da lavoratori, viandanti e dai monaci erranti yamabushi: qui l’abito pare richiamare una presenza umana senza però rivelarla. La proiezione video procede per via epifanica, facendo emergere, come da una zona liminale, suggestioni e simbolismi che si strutturano poi in forme complesse. L’opera vuole essere una simbolica “preghiera” (come recita il titolo in giapponese) ed un invito alla riflessione e alla contemplazione.

Oltre alla veste, essa riprende altre caratteristiche dal teatro Nō, come  l’uso dei taiko nel sonoro, o le maschere: esse sembrano suggerire, tramite dei tipi fissi, una riflessione sulla natura umana, sulla vita e sulla ciclicità del tempo.

Il video presenta immagini e colori dal forte valore archetipico, come l’acqua, universale simbolo di purezza, oppure l’occhio, o ancora i pesci ed il candore dei toni, in contrasto con visioni ben più drammatiche, legate alle problematiche del mondo contemporaneo: tali suggestioni però non si rivelano mai del tutto, ma rimangono enigmaticamente contemplative e sono accompagnate da scritte, tipiche della cultura “liquida” pop, pubblicitaria e virtuale in cui siamo immersi.

La struttura stessa dell’audio, realizzato con il koto e i taiko, si ispira alla teoria musicale dello jo ha kyū ed evidenzia con il suo tono seducente, quasi ipnotico, la struttura ciclica del video, girato in diversi luoghi tra Oriente ed Occidente.

Nella giornata dell’11 dicembre 2021 l’ingresso a Ca’ Pesaro sarà gratuito.

Damiano Fasso (Montecchio Maggiore 1976) è laureato in Lettere all’Università Cattolica di Brescia e diplomato in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia studia anche lingue e culture orientali, cui fa spesso ricorso nella sua produzione, che spazia dalla pittura alla fotografia, dalla videoarte alle installazioni. Ha partecipato a importanti eventi, sia nazionali che internazionali: nel 2018 ha esposto a C.A.R. Contemporary Art Ruhr (Essen) e alla 8. Rassegna di Arte Contemporanea a Casa dei Carraresi (Treviso); nel 2018 e nel 2019 è stato premiato alle edizioni torinese e milanese di Paratissima; nel 2019 è stato premiato alla rassegna SaturArte (Genova), nel 2020 ha partecipato a REA! Art Fair alla Fabbrica del Vapore (Milano) e ha esposto al Politecnico di Torino per Green iDeal nell’ambito della Biennale della Tecnologia. Nel corso del 2021 ha partecipato alla collettiva The Creative Room a Venezia e ha ricevuto la menzione speciale per le opere di pittura e video al Festival DeSidera di Trieste, mentre a Modena ha esposto per OfficiArt nella personale Liquid Visions.

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